Ben
Due settimane prima del ballo di fine anno
Dov'è?
È la quinta ora e di solito io e Lara la trascorriamo lavorando a un “progetto di gruppo” in fondo all'aula, ovvero ci prendiamo in giro a vicenda, ci aggiorniamo su quello che è successo dalla seconda ora in poi e discutiamo della nostra ultima maratona di Breaking Bad.
Dato che è in ritardo, sto lavorando a un'intervista per la rivista Hockey Life. Sono fortunato che mi abbiano contattato, ma odio questa roba scritta. Intervistatemi davanti a una telecamera in qualsiasi giorno della settimana, sarò prontissimo. Ma le domande e le risposte scritte mi colgono in fallo ogni volta. Fortunatamente Lara Elliot ha un vero dono quando si tratta di queste cose e mi ha aiutato... beh, tante volte quante l'ho aiutata io con la matematica avanzata.
Dov'è?
Guardo l'orologio sul muro, sentendo una strana tensione nelle viscere.
Forse non è così strana, dopotutto. I miei amici, quelli veri, sono importanti per me. Sono un tipo socievole, ma i veri amici, quelli di cui mi fido davvero, sono pochi e rari.
Soprattutto dopo la carognata che mi ha fatto Charlie usando la mia sorellina.
Scaccio quel pensiero dalla mente. Quel tizio è morto per me.
Ma Lara? È una vera amica.
E non è ancora qui.
Nonostante l'accenno di monelleria che colgo nel suo sorriso di tanto in tanto, quando si tratta delle lezioni, persino delle ore di studio individuale, non è mai in ritardo. Non fa mai niente che possa mettere a repentaglio la sua borsa di studio per l'anno prossimo.
Quindi dove...
Proprio in quel momento la porta dell'aula si apre e tiro un sospiro di sollievo nel vederla entrare. Si fa strada verso di me e si siede al banco alla mia destra.
«Elliot, sei gentile a farti viva» la prendo in giro sottovoce. Oggi ha i capelli sciolti, le ricadono intorno alle spalle in una tenda bionda che mi impedisce di guardarla in viso. È bella – oggettivamente parlando, nient'altro – ma mi piace di più quando li porta legati, così posso vederla bene.
Senza perdere tempo, prende l'iniziativa per ottenere il nostro solito posto, alzando la mano per attirare l'attenzione del professor Eckett.
«Ms. Elliot, prego. Il tavolo in fondo è libero. Limitate la conversazione a un argomento accademico, per favore.»
Inizio a raccogliere i libri, alzandomi dal banco troppo piccolo per me finché non sento la mano di Lara toccarmi leggermente il braccio.
La cosa non dovrebbe essere strana, considerando che siamo molto uniti da anni, però lo è. Perché anche se io e Lara facciamo un sacco di cose insieme, non ci tocchiamo. Mai.
Ho una ragazza. E ci sono delle regole quando si tratta di avere una migliore amica (Bowie, l'altro mio migliore amico, si è diplomato l'anno scorso e gioca già come professionista), e “nessun contatto” è in cima alla lista.
È dalla fine del primo anno che esco con Celia, la quale non dovrebbe mai preoccuparsi di qualcosa che non accadrà mai. Non sono quel tipo di ragazzo, e ci tengo ad assicurarmi che lei e tutti gli altri lo sappiano.
Quindi sentire le dita di Lara sul braccio è scioccante.
Mi giro verso di lei e mi blocco. Ha gli zigomi chiazzati di rosso, e quel suo sorriso onnipresente non si vede da nessuna parte.
«Elliot?»
Si schiarisce la gola, senza guardarmi. «Professor Eckett, posso parlare un minuto con Ben fuori dall'aula? È importante.»
Porca miseria. Non l'ho mai sentita usare questo tono di voce. E a quanto pare neanche il resto della classe.
Tutti cominciano a muoversi sulle sedie. Il suono ovattato di una notifica risuona da qualche fila più in là e poi da un'altra. Inizio a voltarmi ma...
«È importante, professore» ripete Lara. Dopodiché mi afferra per la maglietta e si gira verso di me. «Andiamo, Ben.»
Ben. Non Boomer.
Lo stomaco mi si trasforma in piombo mentre raccolgo le cose dal banco.
Il professor Eckett ci dà il permesso di uscire e lo facciamo tra i crescenti sussurri che non riesco a distinguere bene. Non appena siamo in corridoio, Lara mi guarda e vedo il tormento nei suoi occhi.
«Cristo, Lara, che succede?»
E se fosse accaduto qualcosa con la sua borsa di studio? O a suo padre?
Quando mi prende la mano, inizio davvero ad andare nel panico. «Elle.»
Si umetta le labbra e poi scuote la testa. «Stephen e Celia stanno insieme.»
Stephen Huang è il ragazzo di Lara. E anche se penso che non sia proprio alla sua altezza, sembra che le piaccia. Noi quattro usciamo insieme abbastanza spesso che non è raro che loro tre si vedano quando sono via per le partite in trasferta o per i tornei. Ma oggi? Durante le lezioni?
«Insieme dove? Si sono fatti male o qualcosa del genere?»
«Ero con Nikki Peters, stavamo riportando degli spartiti nell'aula di musica alla fine della scorsa ora. Abbiamo tagliato attraverso l'aula magna e... erano lì.»
Non capisco dove voglia arrivare. È impossibile che intenda quello.
«Stavano parlando?»
Scuote di nuovo la testa mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. «Non stavano parlando. Stavano...»
«No.» Le stringo la mano, perché non può crederlo davvero. Si sbaglia. Nel vedere le lacrime rigarle le guance, sto male. «Ehi, è un malinteso. Non lo farebbero mai.» Celia non lo farebbe mai. Impossibile. Mancano due settimane al ballo di fine anno. Ho prenotato una camera d'hotel. Finalmente faremo...
«Ben, mi dispiace tanto. Ma stavano facendo sesso.»
* * *
Una settimana prima del ballo di fine anno
Ora io e Elliot siamo amici che si toccano. Probabilmente dovrebbe sembrare strano dopo tutto il tempo in cui non ci siamo mai toccati. Eppure, da quando mi ha preso la mano in corridoio, toccarci è diventata la norma. Non c'è nulla di romantico. Siamo solo due amici che sono stati traditi da due persone di cui si fidavano e che si sostengono a vicenda.
È passata una settimana da quando è successo il fattaccio.
I diverbi sono finiti. Le accuse, le giustificazioni e le scuse pietose sono alle nostre spalle.
Gli studenti continuano a parlare di quello che è successo, perché sì, lo sanno tutti. La notizia si è diffusa più velocemente del popolare video “Charlie mi ha morso il dito”. Ma almeno hanno smesso di farci domande.
Tranne riguardo al ballo di fine anno.
«Quante ragazze ti hanno invitato finora?» mi chiede Lara, appoggiandosi alla ringhiera superiore degli spalti mentre guardiamo l'allenamento di atletica leggera prima che debba andare ad allenarmi.
Sbuffo una risata e allungo la mano per tirarle la coda di cavallo. «Non lo so. Stamattina sembrava che Sarabeth si stesse preparando a farlo.»
Emette un fischio. «Stando ai miei calcoli, sono tredici. Non sei tentato nemmeno un po' dal capitano della squadra di cheerleader?»
«No.» Le tiro di nuovo i capelli, perché sono morbidi e perché posso. «Non sto cercando un'altra ragazza con cui uscire.» E se pure fosse così, non uscirei mai con quella che, dalla prima alla terza elementare, ha incitato tutta la classe a prendermi in giro per non saper leggere bene. Sono uno che porta rancore.
Per ripicca, Lara mi strattona una ciocca di capelli, rivolgendomi un sorrisino sciocco prima di riportare lo sguardo sul campo. Però non mi dice di smetterla.
Poi gli occhi le diventano un po' indagatori. «Boomer, so che facevi sul serio con Ce...»
Tossisco, al che alza una mano.
«Scusa, scusa. So che facevi sul serio con Colei-che-non-deve-essere-nominata. Ma queste ragazze vogliono solo qualcuno con cui andare al ballo di fine anno, non una relazione duratura. Ok, forse vogliono una relazione duratura. Sei un bel partito, Mr. Boerboom.»
«Cristo.» Alzo gli occhi al cielo, però mi piace sentirglielo dire.
«Cioè, perché perderti un'esperienza di vita solo perché la tua ex è una stronza?» Mi si avvicina, e io mi sporgo di lato per sentirla meglio. «O anche il ballo di fine anno è nella lista dei “morti per Boomer”?»
No. Semplicemente non voglio andarci con una a caso. Non mi interessa un ripiego, e di sicuro non mi interessa fare sul serio con nessuna di queste ragazze. Alcune di loro sono fantastiche, certo. Perfino sexy. Tuttavia...
Sposto lo sguardo su Lara, che si sporge in avanti ed emette un grido di gioia per la ragazza che ha appena eseguito un salto in alto. Non sono neppure amiche, ma Lara è fatta così. È brava. Gentile. Divertente.
È un'amica leale e una brava persona.
«E tu?»
«E io cosa?» Mi guarda da sopra la spalla, il sole che le fa strizzare gli occhi.
«Ci vai al ballo di fine anno? Hai l'abito. Le scarpe.»
So per certo che i ragazzi che l'hanno invitata sono di più delle ragazze che hanno invitato me. Cavolo, alcuni di loro mi hanno chiesto il permesso prima di farlo. Il che è alquanto assurdo. Sì, siamo amici, ma Lara Elliot non ha bisogno che qualcuno prenda le decisioni per lei.
Tranne forse una decisione. Probabilmente mi prenderebbe a calci in culo se sapesse che mi sono intromesso, ma c'era questo stronzo che stava sbandierando l'intenzione di invitarla, uno che si dice non abbia ben chiaro il concetto che no significa no.
Diciamo che l'ho aiutato a capire i vantaggi di non invitarla.
Agli altri ragazzi, invece, avrebbe potuto dire di sì.
Lara risponde con un mormorio evasivo alla mia domanda, e una parte di me si sente fin troppo sollevata.
È solo che ci ho riflettuto un po' su. Ho pensato a lei. Non in quel senso. Ma a noi. Come amici. E...
«Vieni con me.»
Lara gira la testa di scatto verso di me e mi guarda con gli occhi spalancati e colmi d'incertezza.
«Andiamoci assieme» affermo, il cuore che mi batte più forte. «Sai che ci divertiremmo di più insieme che cercando di tenere viva la conversazione con qualcuno che potrebbe o no essere interessato a qualcosa di più dell'esperienza di vita che stai cercando di convincermi a fare. Dai, sarà divertente.»
Fa finta di pensarci su, ma so già che ci sta. Conosco tutti i segnali rivelatori di questa ragazza, incluso il modo in cui tira il piccolo ciondolo della collanina che ha al collo quando è elettrizzata. Tuttavia non glielo do a vedere. Non mi fa attendere molto. Dopo appena qualche secondo, mi getta le braccia al collo.
Mi alzo in piedi, sollevandola da terra e facendola vorticare.
Quando la rimetto giù, metà del campo ci sta fissando.
«L'ho invitata al ballo!» urlo tra le risate di Lara. E poi, poiché la vita è fottutamente bella, sollevo il pugno in aria come se fossi appena stato scelto al draft. «Ha detto di sì!»
La folla esplode in applausi e acclamazioni. E fanculo, avvolgo un braccio intorno alla schiena di Lara e la piego all'indietro in un casquè. Gli occhi le si spalancano di gioia e, da stronzo spaccone quale sono, le copro la bocca con il pollice e le do un finto bacio memorabile.
* * *
Il giorno del ballo di fine anno
«Corsage?» mi chiede Lara attraverso il vivavoce mentre mi muovo per la mia stanza in smoking, buttando una cosa dopo l'altra nello zaino.
«Preso.» Non è quello che avevo scelto per la mia ex, ma uno in una tonalità di rosa che si abbina all'abito di Lara.
Afferro il costume da bagno e lo metto nello zaino prima di andare di corsa in bagno per prendere lo spazzolino da denti e tutto il resto.
«Papillon?»
«Messo.»
«È uno che si annoda o uno a clip?»
«A clip. Di quell'altro non sono riuscito a trovare il rosa che si abbina al tuo abito. Inoltre Bowie dice che è un incubo annodarlo.»
Lara rimane in silenzio per un po', e la immagino mordersi il labbro con aria pensierosa. Poi afferma: «Non riesco a credere che tu sia riuscito a trovare tutto di un altro colore in così poco tempo.»
Il modo in cui lo dice mi fa davvero piacere, perché ho fatto tredici telefonate per riuscirci. «Te l'ho detto, Elliot. Stasera non mi limiterò a fare il compitino. Faremo le cose per bene.»
Si merita il miglior ballo di fine anno di sempre. E glielo darò.
Sì, ci andiamo come amici. Un fronte unito contro due stronzi le cui azioni avevano il potenziale di portarci via questa esperienza di vita, oltre a quello che ci hanno già portato via.
Tempo. Fiducia. Quello che pensavamo significassero quelle relazioni.
Razionalmente so che ciò che ha fatto la mia ex è una porcata. Un tradimento doloroso. E sì, mi ha fatto incazzare. Ma il fatto che fossi meno in pena per me e più per Lara, ugualmente ferita dal suo ex, mi dice che forse il mio cuore non era coinvolto come pensavo.
Fa comunque schifo? Cazzo, sì.
Ma l'ho superato? Un po' sì, in realtà.
Lara? Difficile saperlo con certezza.
Però la sua relazione con quel bastardo del suo ex non è durata quanto la mia. Per quanto ne so, non ci sono state dichiarazioni tra di loro. Forse sta nascondendo il dolore dietro una facciata dura. O forse anche il suo cuore non era coinvolto come credevo.
In ogni caso, questa sarà la nostra serata. Il ballo di fine anno sarà al cento per cento all'altezza delle aspettative.
«È vero, me l'hai detto.» Emette uno di quei sospiri soddisfatti accompagnati da un sorriso che riesco praticamente a vedere. Ed è così bello che mi dimentico cosa sto facendo e vado in trance.
«Terra chiama Boomer. Ehilà, ci sei?»
Riscuotendomi, butto lo zaino sul letto per chiuderlo. «Sono qui.»
«Ok, ora tocca a te. Sono tutta tua.»
Passandomi la lingua sul labbro inferiore, trattengo un sorriso. «Parole tue, non mie.»
Geme, poi ride.
Mi metto lo zaino sulla spalla. È leggero rispetto al borsone da hockey.
«Infradito per quando ti si stancano i piedi?» le chiedo.
«Prese.»
«Elastico per capelli?» Perché scommetto che dopo nemmeno la prima ora di ballo sarà stufa di avere i capelli sciolti.
«Preso.»
«Babydoll sexy per il nostro pigiama party?»
Fa una serie di versi disgustati prima di rispondere. «Ti piacerebbe.»
Scuoto la testa. «No. Però scommetto che nello zaino hai messo dei pantaloni da tuta e una t-shirt oversize. Forse una felpa?»
«Presi, presa e presa.»
Traggo un respiro profondo e sollevo la mano per passarmela tra i capelli, ma mi fermo all'ultimo secondo. Piper, che quest'anno è un po' ombrosa e chiusa in se stessa, mi ha aiutato a provare a domarli. E quando vedrò Lara, non voglio che il mio aspetto dia l'impressione che mi sia appena alzato dal letto.
«Adesso esco di casa.»
* * *
Il ballo di fine anno
Di per sé, il ballo di fine anno è carino. È divertente ballare e scattare foto. Lo è ancora di più ballare con Lara. È splendida nel suo abito, e devo sforzarmi al massimo per non essere il tipo di ragazzo che non riesce a smettere di fissarla quando dovremmo essere amici.
Perché siamo amici.
* * *
La notte del ballo di fine anno
«Quando mi hai detto di portare un costume da bagno, pensavo volessi dire che l'hotel aveva una piscina» dice Lara, uscendo dal bagno della nostra stanza d'hotel avvolta in un asciugamano.
«Ce l'ha.» Ma come un completo idiota, quando ho prenotato questa camera per stare con la mia ex, ho scelto la suite con vasca idromassaggio perché pensavo che una volta entrati qui, non avremmo voluto più uscire. Se avessi cancellato la prenotazione, avrei perso la caparra, ma avrei potuto chiedere di cambiare stanza. «Immagino di aver pensato che sarebbe stato divertente avere una Jacuzzi tutta per noi. Possiamo scendere giù in piscina se vuoi, però. Vedere se c'è qualcuno.»
Lara mi fa una di quelle facce da “Fai sul serio?” che mi fanno sorridere e si avvicina alla vasca rialzata che gorgoglia. Passando le dita nell'acqua fumante, emette un piccolo gemito. «Non voglio assolutamente perdermi questa cosa. Sei sciccoso, Boomer.»
O solo stupido.
Penso di essere pronto, ma quando lascia cadere a terra l'asciugamano in cui è avvolta, quasi mi strozzo con la lingua. Per fortuna è troppo impegnata a entrare nella vasca per notare la mia reazione del tutto inappropriata al suo corpo in bikini.
«Dai, non startene lì impalato come uno strambo. Entra.»
Ok, forse se n'è accorta. Ma quel suo sorriso dice che non le importa. Grazie, Gesù Bambino!
La vasca idromassaggio della camera d'hotel non è come quelle grandi da esterno, pensate per gruppi di persone. Questa è fatta per due, quindi passiamo qualche minuto a cercare di sistemarci in modo da non rischiare di oltrepassare alcun limite. Ma dopo troppi tentativi falliti, finalmente ci rilassiamo e basta.
Seduto a un'estremità della vasca, con le braccia appoggiate sui bordi, reclino la testa all'indietro e cerco di non pensare al suo bikini rosa pallido con le piccole cuciture bianche che contrastano con quella che sembra una distesa infinita di pelle dorata.
Non è per questo che siamo qui.
E questa ragazza significa troppo per me per permettere che le morbide curve delle sue tette perfette o i contorni tonici del suo ventre nudo rovinino la nostra amicizia.
Ma accidenti.
Come diavolo ho fatto a ignorare quanto è stupenda in tutti questi anni?
Beh, merda, la risposta è ovvia. Non la guardavo come una ragazza. Non potevo. La guardavo come un'amica. Mi sono impegnato tantissimo per non far sentire né alla mia ex né al suo ex che ci fosse una minaccia. Perché non c'era. Non l'avrei mai toccata, non ci ho nemmeno mai pensato mentre ero con un'altra. Non che i nostri ex ci abbiano dimostrato lo stesso rispetto.
«Mi sento un cretino per la vasca idromassaggio. Volevo fare il romantico.»
Lara ride per il modo allusivo in cui agito le sopracciglia, poi scuote la testa e si sporge in avanti, guardandomi negli occhi in quel modo inquietante che mi fa sentire come se potesse vedere attraverso le cazzate che mostro a tutti gli altri e dritto nel mio cuore. «Vi siete frequentati per quasi tre anni. Ti ho sentito dirle che la amavi. È naturale che stessi pianificando un po' di dissolutezza dopo il ballo, ma avresti fatto... la fatidica domanda?»
Mi schiarisco la gola, passandomi le mani sul viso. «No. Non avevo ancora preso un anello.» Ma pensavo di farlo entro un anno o giù di lì. E poiché è Lara, le dico la verità. «Non per essere volgare, ma avevo pianificato di fare altro, non la fatidica domanda. Sarebbe stata la nostra prima volta. O almeno questo è quello che pensavo. Ma immagino che sarebbe stata solo la mia prima volta.»
Aspetto la risata fragorosa che uno qualsiasi dei miei amici farebbe di fronte a una confessione così schietta. Ma la differenza tra loro e Lara è proprio questa, o almeno, una delle differenze.
«Mi dispiace, Boomer. Non sapevo che...»
«Stessimo aspettando il momento perfetto? Sì, neanche lei, suppongo.»
Con l'acqua che gorgoglia intorno a noi, aspetto di essere travolto da un'ondata di umiliazione, ma non arriva. Invece mi sento più leggero. Come se avessi bisogno di far sapere a qualcuno i tanti modi diversi in cui il tradimento della mia ex mi ha colpito.
«Non è che mi dispiacesse aspettare, sai?» Ripenso a tutte quelle notti in cui mi sono avvicinato sempre di più a un atto che pensavo significasse qualcosa per entrambi. «Mi sento solo un fottuto idiota. Voglio dire, farlo nella posizione della cowgirl al contrario in aula magna manda un certo messaggio, no? Quel tipo di acrobazia non sembra proprio un primo rodeo, vero?»
Mi rivolge un sorriso compassionevole e scrolla una spalla. «Non sono un'esperta, ma non credo.»
Annuisco, contemplando il soffitto. «Nemmeno io.» E poi, visto che mi sono spinto fin qui, tanto vale andare fino in fondo. «Posso dirti una cosa privata?»
«Queste altre cose non lo erano?»
«Sì, ma sono anche cose che praticamente chiunque potrebbe intuire. Non è proprio un segreto che stessi aspettando di farlo con lei.» Non tutti lo sapevano, ma abbastanza persone ne erano al corrente. In realtà sono piuttosto sorpreso che Lara non abbia sentito nulla al riguardo. «Però quello che sto per dirti è una cosa che non voglio davvero che si sappia.»
Si siede un po' più dritta. «Ok.»
«Non sono distrutto per il tradimento.» Quando mi guarda senza dire nulla, continuo. «Sono ferito, incazzato, imbarazzato, deluso e amareggiato. Mi sento tradito. Ma la parte di me che dovrebbe essere davvero a pezzi per aver scoperto che la ragazza che pensavo di sposare mi tradiva... non lo è. Il mio cuore non si è lacerato.»
Mi costringo a fissarla negli occhi. Non so cosa temevo di trovare in quelle profondità, forse disapprovazione, ma non c'è. Invece trovo comprensione.
«Lo capisco.»
Butto fuori il respiro che non sapevo di star trattenendo, e la stretta intorno al petto si allenta per la prima volta in due settimane.
«Lo capisci.»
«Per quanto posso, intendo. Stephen non era il ragazzo che pensavo di sposare, ma credevo che fossimo esclusivi, se non altro. E per quel che vale, pensavo che questa sera avrebbe avuto un certo significato anche per me.»
Inarco le sopracciglia, incapace di nascondere la mia sorpresa. Non che abbia mai nascosto qualcosa a questa ragazza. «No ci credo.»
«Credici. Anche se era più per il fatto di sentirmi pronta che per Stephen. Quindi come te sono incazzata e imbarazzata e mi sento tradita. Però immagino di aver capito che fin dall'inizio il mio cuore non era veramente coinvolto.»
Non sapevo che Lara fosse vergine. Nonostante le tante verità che ci siamo detti, e nonostante siamo buoni amici, il sesso è un argomento che non abbiamo mai affrontato.
Ma ora che lo abbiamo fatto, non mi sento per nulla imbarazzato per il fatto che lo sappia. Mi piace che mi conosca meglio di chiunque altro. Che abbiamo quel tipo di fiducia.
Si schiarisce la gola, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Sei deluso per non riuscire a farlo stasera? Voglio dire, visto che hai atteso tanto?»
Lo sono?
«Non quanto avrei immaginato.»
«Nemmeno io.»
L'acqua gorgoglia tra di noi.
Poi chiede: «Hai intenzione di aspettare finché non ti innamorerai di nuovo?»
Sbuffo una risata. «Non ci ho ancora pensato. Ma rispondendo di pancia, non credo. Sento che forse potrei accontentarmi di provare simpatia e attrazione.»
«Fiducia» mormora, distogliendo lo sguardo.
Cavolo, odio che la sua fiducia sia stata tradita.
«Sì. Quella è la cosa più importante.»
Lo è ancora di più quando penso al numero di persone di cui mi fido. Di cui mi fido davvero.
Lara trae un respiro profondo e si volta di nuovo verso di me, negli occhi qualcosa che non riesco a identificare.
«Che c'è?»
Sbatte le palpebre. «Mi fido di te.»
L'aria mi fuoriesce di botto dai polmoni mentre fisso la persona a cui sono più legato al mondo, cercando di elaborare le parole che ha appena detto.
Perché è impossibile che le abbia interpretate bene. È impossibile che mi stia dicendo...
«Oh mio dio, non posso credere di averlo detto» ansima, emettendo un suono che è una via di mezzo tra un rantolo e una risata.
Un suono così sbagliato che scuoto la testa e allungo la mano verso la sua.
Solo che si sta già allontanando. Esce dalla vasca, ridendo per le dita che le si sono raggrinzite e per il cervello che le bolle o qualcosa del genere. Mi dice di dimenticare quello che ha detto, poi mi supplica di farlo. E nel frattempo mette sempre più distanza tra di noi, puntando gli occhi ovunque tranne che su di me.
Ed è allora che l'istinto su cui faccio affidamento quando scendo sulla pista di ghiaccio entra in azione e prende il comando. Perché anch'io esco dalla vasca e le dico di aspettare, anzi, la supplico, senza mai distogliere gli occhi da lei, che mi dà prima la schiena e poi lentamente si mette di profilo.
Le prendo la mano nella mia e, bagnato fradicio, la giro finché non ho ciò di cui ho bisogno. I suoi occhi puntati sui miei.
«Elle» dico, attirandola un po' più vicino. Le cingo la mascella con la mano libera e le accarezzo la guancia morbida. «Anch'io mi fido di te.»
Le parole, con il loro significato e le loro implicazioni, aleggiano nel breve spazio che ci separa.
Lara annuisce, fa un debole sorriso e mi rivolge uno sguardo che in qualche modo esprime tutto quello che provo.
Dovrei essere preoccupato di star commettendo un errore, però per qualche folle ragione non lo sono.
Tutto quello che riesco a fare è tirarla ancora di più a me, sospirare sollevato quando non fa resistenza, quando mi fissa la bocca e schiude le labbra...
Cancello completamente la distanza tra di noi. Lentamente. Perché anche se lo desidero più di quanto abbia mai voluto ammettere, devo darle la possibilità di cambiare idea. Di fermarsi.
Ma non lo fa.
Anzi, si sporge in avanti per venire incontro al mio bacio e...
Porca miseria.
Spalanco gli occhi, vedendo ed eguagliando l'assoluta sorpresa nei suoi.
Perché quel leggero sfioramento delle nostre bocche è stato come una scossa dritto alla mia anima. Come se tutto fosse cambiato in un singolo battito del mio cuore. Come se finalmente stessi vedendo ciò che c'è sempre stato.
E poi la attiro di nuovo a me mentre si alza in punta di piedi, travolgendomi e incendiando il mio mondo mentre un pensiero mi echeggia nel cervello.
È lei quella giusta.
Anche in serie